VAIANO (PO) – «Chiederemo i danni alla Provincia, che è inutile e dannosa. La sua inefficiente gestione del territorio toglie il futuro alle imprese agricole. Ora basta». È il grido lanciato dall’azienda agricola Del Bello di Vaiano sulle pagine de La Nazione di Prato attraverso le parole dell’agricoltore ed ex presidente di Coldiretti, Maurizio Fantini. «Sono anni – spiega Fantini – che la situazione va pian piano aggravandosi, ma mai come in questo momento abbiamo potuto riscontrare una presenza così numerosa di cinghiali che arano i campi, demoliscono i muretti a secco, distruggono fossi e scoline annientando così il reticolo idraulico aziendale ed ogni altro elemento preservato con cura e dedizione. Si tratta di alcune centinaia di ettari con olivi, prati e boschi ormai irriconoscibili, dove gli animali indisturbati scorribandano e fanno razzia di ogni cosa e degli elementi del paesaggio, costruito con fatica e sacrificio. Un danno enorme che spingerà l’azienda agricola a adire le vie legali nei confronti della pubblica amministrazione, Provincia in primis, colpevole di non aver preso provvedimenti o peggio ancora di aver adottato scelte che andavano nel senso opposto coinvolgendo l’azienda in un vortice di danni da cui è difficile risalire».
Fantini segnala una situazione che va avanti da tempo e che lo ha portato «a perdere definitivamente la pazienza. Tanto tempo fa abbiamo messo a disposizione la parte più nobile della nostra proprietà per zona di ripopolamento e cattura. Zona che è diventata un ricettacolo di cinghiali che, indisturbati e non cacciabili, creano danni che non vengono rimborsati poiché i rimborsi vengono erogati solo sui danni a coltivazioni e si tratta di cifre ridicole. Quello che chiediamo è che si possa fare un’azione di contenimento, ma la risposta che abbiamo avuto è che aprire la caccia al cinghiale porterebbe a disturbare le altre specie, senza tener conto che è la stessa presenza dei cinghiali ad aver fatto calare drasticamente la popolazione di lepri e fagiani».
LA REPLICA DELLA PROVINCIA – «L’amministrazione provinciale ha ben chiaro, e non da ora, quanto rilevante sia il problema causato dagli ungulati in vallata ed è molto attenta alle richiesta delle imprese. Sono pronto a incontrare il titolare dell’azienda insieme al consigliere Pacini» ha detto il vicepresidente della Provincia, Emiliano Citarella. Inoltre il settore caccia della Provincia da tempo ha aperto un confronto con Ispra (Istituto per la ricerca ambientale) a cui ha già inviato la richiesta per la selezione con il sistema della braccata. Si attende una risposta. Una proposta concreta, intanto, viene proprio dal consigliere provinciale Emanuele Pacini: «Trasformiamo le zone di ripopolamento e cattura in zone di rispetto venatorio. Il titolare della tenuta del Bello sa bene quali sono gli ostacoli normativi con cui deve fare i conti la Provincia sul territorio».